La stagione più temuta per il carpfishing: l’INVERNO!

-Ma chi te lo fa fare!-
-Tu sei matto!-
-Vai a pesca quando è più caldo!-
…Sono solo alcune delle frasi che noi carpisti ci sentiamo
esclamare contro quando decidiamo di affrontare una stagione fredda e ostile come l’inverno sulle sponde dei laghi!
D'altronde è vero…ma chi ce lo fa fare??
...Una sola risposta: passione, dedizione ed un pizzico di pazzia!
Neve, vento, temperature sotto lo zero sono solo alcune delle difficoltà che si devono affrontare quando si pesca in mesi così freddi, e per non farsi mancare niente il cappotto e sempre dietro l’angolo.
Come ben si sa in questi periodi si assiste ad una quasi completa stasi delle carpe che mostrano una non indifferente apatia verso l’alimentazione, limitando al minimo gli spostamenti ed evitando il più possibile qualunque spreco di energia. “Quasi completa stasi” e non “completa”! Ed è proprio su quel “quasi” che bisogna far affidamento per conseguire qualche risultato in termini di catture.
Beh, il primo problema da affrontare è sicuramente il freddo per noi stessi…cappotti, cuffie, calzettoni, pail, felpe non sembrano mai abbastanza una volta arrivati sul posto! Per poter trovare maggiore sollievo sono allora indispensabili stufe, tende il più possibile isolanti e poco disperdenti, nonché sacchi a pelo pesanti per poterci consentire di riposare tranquillamente.

Una volta presi questi indispensabili accorgimenti si arriva al punto: l’azione di pesca.
Parlando di pesca invernale è opportuno fare un piccolo riassunto del concetto di termoclino e del ciclo di stratificazione delle acque per quanto riguarda bacini di medie profondità. Durante l’estate si assiste ad un’evidente stratificazione delle acque con uno strato superiore (epilimnio) più caldo e più leggero ed uno più in profondità caratterizzato da una temperatura più bassa e da maggiore densità (ipolimnio). La fascia di separazione tra i due strati è proprio il termoclino. Una volta arrivato l’autunno l’acqua superficiale tende a raffreddarsi aumentando la propria densità e, innescando il fenomeno del “turnover”, favorisce il rimescolamento con gli strati inferiori e quindi una progressiva scomparsa del termoclino. Sopraggiungendo l’inverno la fascia superficiale si fredda ulteriormente e se raggiunge temperature molto basse (0°C) si verifica l’inversione termica con un progressivo aumento della temperatura col crescere della profondità a causa del calore ceduto dal terreno del fondale. In primavera infine c’è un ulteriore turnover perché l’acqua fredda di scioglimento del ghiaccio superficiale va a smuovere gli strati sottostanti.

Logicamente questo fenomeno non è uguale per tutti gli specchi d’acqua, perché variazioni si possono avere in base alla latitudine del lago, alla sua altitudine, all’esposizione più o meno continua a venti.
Conoscendo tutto questo concetto di stratificazione, quando l’acqua superficiale è molto fredda molti sarebbero portati a pescare in profondità elevate, ma non è sempre l’arma vincente perchè come abbiamo detto la temperatura sul fondo è più alta che in superficie quando quest’ultima segna valori di 0°C o veramente prossimi allo 0 termico. Perciò non sarebbe assolutamente sbagliato provare a pescare anche su fondali di media profondità e/o bassa profondità cercando di sfruttare il calore diurno fornito dal sole che riscalda le acque basse e che aumenta anche l’attività trofica animale. Come controparte è però anche vero che i fondali profondi possono essere preferiti dalle carpe per trascorrere in tranquillità la lunga stagione fredda dato che questi sono sicuramente meno soggetti all’azione degli agenti atmosferici ed agli sbalzi di temperatura. Per scegliere quindi i posti dove calare le nostre lenze è necessario fare un’ottima lettura dello specchio che ci troviamo di fronte. Buoni spot da provare sono comunque anche gli ostacoli sommersi che costituiscono un possibile riparo per i pesci, e una fonte di cibo costante che le carpe possono sfruttare.
Il giorno in inverno è una fase cruciale per il carpfishing perché dopo il freddo notturno il sole riesce a dar sollievo non solo a noi ma anche ai ciprinidi. Può capitare di notte di arrivare a temperature anche di -10°C mentre nelle ore diurne il termometro segni diversi gradi sopra lo zero. Queste ultime sono ore fatali!!

Questa ad esempio è una cattura effettuata l’ultima mattinata di una sessione di pesca svoltasi con temperature notturne fino a -7°C! Evidentemente questo pesce ha gradito la fuoriuscita mattutina del sole che ha innalzato le temperature!
Per quanto riguarda le boilies c’è una corrente di pensiero molto diffusa consistente nell’utilizzo di esche il più possibile digeribili e solubili, ma che al contempo forniscano nutrienti essenziali al pesce. Possiamo dividere a grandi linee le boilies in due categorie: quelle base di farine di pesce e/o carne (fish-meal mix, birdfish mix, meat-meal mix) e quelle a base di birdfood mix.
Le prime, essendo costituite da farine molto proteiche e da un contenuto relativamente alto di grassi, risultano sicuramente più complete da un punto di vista nutrizionale-alimentare (presenza di amminoacidi, amminoacidi essenziali, enzimi, vitamine, sali minerali, acidi grassi selezionati, omegaΩ3, omegaΩ6,…), ma proprio per questo richiedono procedimenti e trattamenti digestivi più prolungati e complessi, a meno che non si utilizzino delle farine pre-digerite.

Per quest’ultimo motivo con il freddo la maggior parte dei carpisti preferisce utilizzare birdfood-boilies, caratterizzate da un notevole quantitativo di carboidrati e con un indice proteico e lipidico sicuramente inferiori di quelli delle boilies al pesce.
Ma c’è davvero questa differente efficacia tra le due in inverno?...Sulla maggior digeribilità delle birdfood-boilies non penso ci sia da discutere, ma è anche vero che la boilies al pesce è più attrattiva (presenza di idrolizzati, farine ipersolubili, complessi amminoacidici, attrattori ed estratti vari) e quindi più facilmente localizzabile sui fondali. Anch’io personalmente consiglierei per l’inverno l’utilizzo di un birdfood, ma posso affermare anche che, per scelta personale, pesco quasi sempre con boilies al pesce durante tutto l’anno (le adoro!) conseguendo buoni risultati. Molto efficaci ed utili a mio avviso nella pesca invernale sono le pellets che, sciogliendosi dopo qualche ora, creano un tappeto ed un alone attrattivo sicuramente rilevante.
Sono reperibili facilmente in vari gusti. Altro prodotto usato da molti pescatori è il method che garantisce uno scioglimento completo e rapido. Da non escludere è anche l’utilizzo di granaglie che rappresentano comunque un’esca naturale, e delle mitiche tiger-nuts che pur essendo poco digeribili esercitano un’incredibile attrazione per le carpe.
Parlando di esche consentitemi di citare i prodotti carp-zone, sicuramente tra i migliori a livello nazionale e non solo. Provare per credere: una garanzia!
Con questo concludo sperando di essere stato chiaro e di non avervi annoiato. Logicamente queste sono solo alcune delle considerazioni riguardanti l’inverno, perché se si volesse andare avanti a discuterne non basterebbe lo spazio dell’intero blog.
Scherzi a parte vorrei solo dire che quello che ho scritto è basato soprattutto su esperienze personali ed in parte anche su degli studi fatti all’università.
Vi saluto e ringrazio infine Franz per lo spazio concessomi…alla prossima!

Andrea Diletti

Pronti per la nuova stagione?!
In bocca al lupo a tutti!

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